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Apuleio
Metamorfosi (l'asino d'oro), V, 27
 
originale
 
27. Necdum sermonem Psyche finierat, et illa vesanae libidinis et invidiae noxiae stimulis agitata, e re concinnato mendacio fallens maritum, quasi de morte parentum aliquid comperisset, statim navem ascendit et ad illum scopulum protinus pergit et quamvis alio flante vento caeca spe tamen inhians, "Accipe me," dicens "Cupido, dignam te coniugem et tu, Zephyre, suscipe dominam" saltu se maximo praecipitem dedit. Nec tamen ad illum locum vel satem mortua pervenire potuit. Nam per saxa cautium membris iactatis atque dissipatis et proinde ut merebatur laceratis visceribus suis alitibus bestiisque obvium ferens pabulum interiit. Nec vindictae sequentis poena tardavit. Nam Psyche rursus errabundo gradu pervenit ad civitatem aliam, in qua pari modo soror morabatur alia. Nec setius et ipsa fallacie germanitatis inducta et in sororis sceleratas nuptias aemula festinavit ad scopulum inque simile mortis exitium cecidit.
 
traduzione
 
?Psiche non aveva ancora finito di parlare che quella, eccitata dagli stimoli di una pazza libidine e da una malvagia invidia, cos? su due piedi, invent? al marito una panzana che facesse al caso, cio? che aveva saputo della morte di uno dei suoi genitori e, di furia, prese la nave e si rec? direttamente alla nota rupe. ?Ma il vento che soffiava, ora era vento diverso, tuttavia, protesa in una folle speranza, quella cominci? a invocare: 'Cupido prendimi, sono io la sposa degna di te, e tu, Zefiro, accogli la tua padrona' e con un gran salto si butt? gi?. ?Ma nemmeno morta pot? giungere l? dove voleva, perch? il suo corpo si sfracell? sulle rocce aguzze e per gli uccelli rapaci e le fiere quelle membra straziate furono un pasto abbondante. Era quello che si meritava. ?Il seguito della vendetta non si fece attendere. Infatti Psiche, nel suo peregrinare, giunse a un'altra citt? dove abitava la seconda sorella e anche a questa tese la stessa trappola. Costei, bramosa di prendere il posto della sorella con nozze sciagurate, s'affrett? a correre alla rupe e fece la stessa fine dell'altra.
 

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